Pellegrino a Gerusalemme
1 January 1993
CATEGORIEIgnatius of Loyola
TAGDopo Manresa il desiderio di Ignazio è di recarsi come pellegrino a Gerusalemme. Un viaggio che si dimostrerà non così immediato ma non privo di aspetti che lo renderanno ancor più saldo nell’affidarsi al Signore. Nel 1523 da Barcellona salpa alla volta di Gaeta e da qui arriverà a Roma dove incontrerà, durante la Settimana santa papa Adriano VI, che benedice il suo viaggio in Terra Santa. Da qui si dirige a Venezia, da dove, finalmente, riuscirà a salpare alla volta di Gerusalemme, non prima di essersi liberato dei soldi che aveva accumulato durante la strada, donandoli ai poveri. Giunto a Gerusalemme visita il Santo Sepolcro, Betania, Betlemme, il Giordano e l’Orto degli ulivi. Vuole fermarsi in quei luoghi, ma deve rinunciare al suo progetto perché il superiore dei francescani, custode della Terra Santa, glielo proibisce. A malincuore accetta, ma riconosce in quella decisione la volontà di Dio per lui, che passa attraverso la Chiesa. Così riporta Ignazio l’episodio: “ Concluso il colloquio [con il superiore], mentre tornava, gli venne un grande desiderio di visitare ancora il monte Oliveto prima di partire, perché non era volontà di Nostro Signore che egli rimanesse in quei luoghi santi”. Ignazio tuttavia, pur all’interno di un discorso di obbedienza, dà ancora ascolto al suo desiderio e scappa per un momento all’attenzione delle guardie per poter visitare ancora una volta il monte Oliveto dove “c’è una pietra da dove Nostro Signore salì al cielo e si vedono ancora le impronte dei suoi piedi”.
La ragionevolezza stringente del provinciale cui dà obbedienza, non lo sottrae ad una “trasgressione”. La nostalgia di imitare quel Gesù, mai adeguatamente sostituito dalla Chiesa empirica che pure ne incarna la presenza, permane nel cuore dell’obbedienza di Ignazio. Essa non si placa nel puro assenso al provinciale, ma lo spinge ad un ‘magis’, simbolicamente racchiuso nel desiderio quasi infantile di essere imitatore dei passi dell’uomo Gesù.