P. Matteo Ricci SJ
16 July 2012
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TAGMatteo Ricci è il missionario che ha aperto le porte della Cina al cristianesimo moderno. In Cina, dove è conosciuto col nome di Li Madou Xitai, viene stimato tra gli intellettuali più importanti, avendo introdotto nella cultura cinese la matematica e le scienze occidentali.
Nei primi anni di formazione nella Compagnia, al Collegio Romano, Ricci è particolarmente segnato dai corsi di scienze naturali del P. Cristoforo Clavio SJ. Considerato il suo desiderio di essere missionario e la sua straordinaria memoria (necessaria per apprendere una lingua difficile), i suoi superiori lo inviano in Cina.
I mandarini (gli ufficiali dell’impero cinese) concedevano difficilmente a degli stranieri di risiedere in Cina. Nel caso di Ricci, ciò che vince la loro diffidenza è la loro curiosità per alcuni oggetti che costui mostra loro: un orologio, un prisma, un dipinto della Madonna dai tratti molto realisti, una carta geografica.
Se le conoscenze scientifiche del Ricci sono il biglietto da visita che guadagna l’interesse dei cinesi, le sue qualità morali e la sua capacità d’integrazione alla loro cultura ne conquistano il cuore. Egli entra così in amicizia con personalità sempre più importanti, fino ad accedere alla corte stessa dell’imperatore Wanli, della dinastia dei Ming.
Ricci muore a Pechino nel 1610. Tra le sue opere in mandarino, si possono citare i trattati morali, come quello sull’amicizia, i trattati di aritmetica, geometria e astronomia, diverse edizioni del Mappamondo, delle canzoni e Il vero significato del Signore del Cielo (una spiegazione dei fondamenti del cristianesimo). Un amico cinese, divenuto cristiano, aveva scritto di lui: “Affabile e amichevole, è un uomo singolare perché vive nel celibato, non briga le cariche, parla poco, ha una condotta regolata e questo tutti i giorni; coltiva la virtù di nascosto e serve Dio continuamente”.
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P. Matteo Ricci SJ
Matteo Ricci è il missionario che ha aperto le porte della Cina al cristianesimo moderno. In Cina, dove è conosciuto col nome di Li Madou Xitai, viene stimato tra gli intellettuali più importanti, avendo introdotto nella cultura cinese la matematica e le scienze occidentali.
Nei primi anni di formazione nella Compagnia, al Collegio Romano, Ricci è particolarmente segnato dai corsi di scienze naturali del P. Cristoforo Clavio SJ. Considerato il suo desiderio di essere missionario e la sua straordinaria memoria (necessaria per apprendere una lingua difficile), i suoi superiori lo inviano in Cina.
I mandarini (gli ufficiali dell’impero cinese) concedevano difficilmente a degli stranieri di risiedere in Cina. Nel caso di Ricci, ciò che vince la loro diffidenza è la loro curiosità per alcuni oggetti che costui mostra loro: un orologio, un prisma, un dipinto della Madonna dai tratti molto realisti, una carta geografica.
Se le conoscenze scientifiche del Ricci sono il biglietto da visita che guadagna l’interesse dei cinesi, le sue qualità morali e la sua capacità d’integrazione alla loro cultura ne conquistano il cuore. Egli entra così in amicizia con personalità sempre più importanti, fino ad accedere alla corte stessa dell’imperatore Wanli, della dinastia dei Ming.
Ricci muore a Pechino nel 1610. Tra le sue opere in mandarino, si possono citare i trattati morali, come quello sull’amicizia, i trattati di aritmetica, geometria e astronomia, diverse edizioni del Mappamondo, delle canzoni e Il vero significato del Signore del Cielo (una spiegazione dei fondamenti del cristianesimo). Un amico cinese, divenuto cristiano, aveva scritto di lui: “Affabile e amichevole, è un uomo singolare perché vive nel celibato, non briga le cariche, parla poco, ha una condotta regolata e questo tutti i giorni; coltiva la virtù di nascosto e serve Dio continuamente”.
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