I gesuiti del Vaticano II
16 July 2012
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TAGIl Concilio Vaticano II è stato un momento importantissimo per la Chiesa, e anche i gesuiti hanno dato il loro contributo alla riflessione che è stata portata avanti. Tra gli italiani possiamo ricordare il card. Roberto Tucci, che fu membro della commissione che preparò il documento sull’apostolato dei laici.
Molti altri gesuiti parteciparono, soprattutto in qualità di consulenti della Commissione Teologica, organismo che aveva lo scopo di elaborare i testi da sottoporre all’approvazione del Collegio Episcopale. Tra i più importanti ricordiamo P. Karl Rahner SJ, che aiutò a riscoprire un volto della Chiesa più aperto al dialogo con il mondo e con le altre religioni. Altri due gesuiti che hanno rivestito un’importanza centrale sono P. Henri De Lubac SJ e P. Jean Daniélou SJ. A loro si deve il “ritorno alle fonti”, cioè la riscoperta dei Padri della Chiesa.
C’è un ultimo gesuita che vale la pena ricordare, nonostante fosse morto da dieci anni: P. Pierre Teilhard de Chardin SJ (link interno), del quale anche l’allora cardinale Joseph Ratzinger riconobbe il forte influsso avuto nella stesura della Gaudium et Spes.
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I gesuiti del Vaticano II
Il Concilio Vaticano II è stato un momento importantissimo per la Chiesa, e anche i gesuiti hanno dato il loro contributo alla riflessione che è stata portata avanti. Tra gli italiani possiamo ricordare il card. Roberto Tucci, che fu membro della commissione che preparò il documento sull’apostolato dei laici.
Molti altri gesuiti parteciparono, soprattutto in qualità di consulenti della Commissione Teologica, organismo che aveva lo scopo di elaborare i testi da sottoporre all’approvazione del Collegio Episcopale. Tra i più importanti ricordiamo P. Karl Rahner SJ, che aiutò a riscoprire un volto della Chiesa più aperto al dialogo con il mondo e con le altre religioni. Altri due gesuiti che hanno rivestito un’importanza centrale sono P. Henri De Lubac SJ e P. Jean Daniélou SJ. A loro si deve il “ritorno alle fonti”, cioè la riscoperta dei Padri della Chiesa.
C’è un ultimo gesuita che vale la pena ricordare, nonostante fosse morto da dieci anni: P. Pierre Teilhard de Chardin SJ (link interno), del quale anche l’allora cardinale Joseph Ratzinger riconobbe il forte influsso avuto nella stesura della Gaudium et Spes.
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