I gesuiti Pellico, D’Azeglio e Bixio, fratelli dei famosi personaggi storici
16 July 2012
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TAGIl P. Francesco Pellico, fratello di Silvio, dapprima prete diocesano entra poi nella Compagnia di Gesù e diventa provinciale dei gesuiti piemontesi. Nel gennaio del 1848, nel pieno della campagna antigesuitica, si rivolge coraggiosamente a Carlo Alberto con queste parole: “Era sapientemente dichiarato da V. M. nella nuova legge sulla stampa che dovesse rimaner inviolato l’onore delle persone e dei ministri della Chiesa. Ma pare che nell’avvilire e calunniare i gesuiti non si tema di trasgredire la legge […] esposti per la sola qualità di gesuiti al pubblico odio o alla diffidenza e al dispregio. Intanto però i giornali ed i libelli che ci fanno la guerra, approvati in ciò dalla censura, hanno diritto di rifiutare le nostre smentite; né tuttavia abbiam noi un altro organo imparziale da stamparle con uguale pubblicità, se pure non ci venga concesso di farlo per via della gazzetta del Governo”
Il P. Prospero Taparelli D’Azeglio (Torino 1793 – Roma 1862), più conosciuto col nome di Luigi, a differenza dai suoi due fratelli Roberto e Massimo e il cugino Cesare Balbo, non è dedito alla politica attiva. Fino all’età di 42 anni è impegnato in affari di amministrazione interna della Compagnia e assorbito dagli uffici confidatigli. A seguire diventa eminente professore e scrittore nell’ambito delle scienze morali e giuridiche, lavorando prima a Palermo e poi, fino alla morte, come collaboratore ordinario della rivista La Civiltà Cattolica, di cui è uno de fondatori.
Il P. Giuseppe Bixio SJ (Genova 1819 – Santa Clara, California, 1889) è fratello del generale Nino Bixio, braccio destro di Giuseppe Garibaldi nella lotta per l’unificazione italiana e di Giacomo Bixio, politico e scrittore in Francia. È ricordato più per la sua relazione con i suoi fratelli famosi, in special modo con Nino il cui anticlericalismo lo contrappone a Giuseppe, che per le sue proprie realizzazioni. Con tutto, contribuisce all’insediamento della Chiesa cattolica nelle prime parrocchie in cui ha servito, soprattutto in California.
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I gesuiti Pellico, D’Azeglio e Bixio, fratelli dei famosi personaggi storici
Il P. Francesco Pellico, fratello di Silvio, dapprima prete diocesano entra poi nella Compagnia di Gesù e diventa provinciale dei gesuiti piemontesi. Nel gennaio del 1848, nel pieno della campagna antigesuitica, si rivolge coraggiosamente a Carlo Alberto con queste parole: “Era sapientemente dichiarato da V. M. nella nuova legge sulla stampa che dovesse rimaner inviolato l’onore delle persone e dei ministri della Chiesa. Ma pare che nell’avvilire e calunniare i gesuiti non si tema di trasgredire la legge […] esposti per la sola qualità di gesuiti al pubblico odio o alla diffidenza e al dispregio. Intanto però i giornali ed i libelli che ci fanno la guerra, approvati in ciò dalla censura, hanno diritto di rifiutare le nostre smentite; né tuttavia abbiam noi un altro organo imparziale da stamparle con uguale pubblicità, se pure non ci venga concesso di farlo per via della gazzetta del Governo”
Il P. Prospero Taparelli D’Azeglio (Torino 1793 – Roma 1862), più conosciuto col nome di Luigi, a differenza dai suoi due fratelli Roberto e Massimo e il cugino Cesare Balbo, non è dedito alla politica attiva. Fino all’età di 42 anni è impegnato in affari di amministrazione interna della Compagnia e assorbito dagli uffici confidatigli. A seguire diventa eminente professore e scrittore nell’ambito delle scienze morali e giuridiche, lavorando prima a Palermo e poi, fino alla morte, come collaboratore ordinario della rivista La Civiltà Cattolica, di cui è uno de fondatori.
Il P. Giuseppe Bixio SJ (Genova 1819 – Santa Clara, California, 1889) è fratello del generale Nino Bixio, braccio destro di Giuseppe Garibaldi nella lotta per l’unificazione italiana e di Giacomo Bixio, politico e scrittore in Francia. È ricordato più per la sua relazione con i suoi fratelli famosi, in special modo con Nino il cui anticlericalismo lo contrappone a Giuseppe, che per le sue proprie realizzazioni. Con tutto, contribuisce all’insediamento della Chiesa cattolica nelle prime parrocchie in cui ha servito, soprattutto in California.
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