Convalescente a Loyola
1 January 1997
CATEGORIEIgnatius of Loyola
TAGIñigo, riportato a Loyola per una lunga convalescenza, si affida a san Pietro affinchè possa guarire e riprendere la sua vita seguendo la gloria e gli onori cavallereschi. Il 29 giugno 1521, durante la vigilia del Santo, le sue condizioni migliorano ed egli riuscirà ben presto a mettersi in piedi. Le cure del tempo non avevano impedito che avesse una deformazione alla gamba ferita, antiestetica, e che gli impediva di calzare lo stivale attillato, allora alla moda. Decide pertanto di farsi operare nuovamente per porre rimedio, con un intervento delicato e molto doloroso; durante l’operazione non fiata: l’onore e la moda rimangono i suoi orizzonti di vita. Un’altra convalescenza attende Iñigo, il quale chiede di poter leggere dei romanzi di cavalleria ma in casa sono presenti solamente la Vita Christi del certosino Ludolfo di Sassonia e una traduzione spagnola della Leggenda aurea sulla vita dei Santi di Giacomo da Varazze. In mancanza di altro Iñigo incomincia a leggerli, e gradualmente rimane affascinato dalla figura di Gesù, e dalle imprese di coloro che spesero la vita per seguirlo. A proposito di questo suo tempo egli stesso scrive nell’Autobiografia: “Quando pensavo alle cose del mondo, provavo molto piacere, ma quando per stanchezza le abbandonavo, mi sentivo vuoto e deluso. Invece andare a Gerusalemme a piedi nudi, non cibarsi che di erbe, praticare tutte le austerità che avevo conosciuto abituali ai santi, erano pensieri che non solo mi consolavano, ma anche dopo averli abbandonati mi lasciavano soddisfatto e pieno di gioia”. Iñigo comincia un suo percorso esistenziale di conversione, in maniera autodidatta, ponendo attenzione agli affetti, a ciò che sentiva nel cuore: le consolazioni e le desolazioni.