Card. Carlo Maria Martini SJ
16 July 2012
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TAGIl Cardinal Carlo Maria Martini (Torino 1927 – Gallarate 2012) può essere considerato come uno dei più grandi interpreti della fede nella post-modernità. E’ stato un uomo di preghiera e di servizio fedele alla Chiesa, ma anche di ascolto della pluralità di voci della nostra società globalizzata.
Fin da ragazzo nutre una vera passione per le Sacre Scritture, che si svilupperà poi con i successivi studi biblici. Questa passione lo porta del resto a diventare uno dei pochi esperti cattolici di critica testuale, capace di collaborare nei comitati scientifici internazionali. Il lavoro di biblista è interrotto dalla sua elezione a Arcivescovo di Milano, nel 1979. Sembra che Giovanni Paolo II fosse rimasto colpito dalla sua capacità di rendere vivo il testo biblico. Forse per questo lo vuole in una delle città più secolarizzate d’Italia. E in effetti la prima preoccupazione del vescovo Martini è di accompagnare la diocesi ambrosiana, naturalmente portata all’azione, a riscoprire “La dimensione contemplativa vita” (titolo della sua prima lettera pastorale). Martini inventa poi “La scuola della Parola”, cioè una serie di incontri proposti ai giovani per imparare a pregare a partire dal testo biblico, ispirandosi all’antico metodo monastico della Lectio Divina. Altra iniziativa caratterizzante il suo episcopato è la “La cattedra dei non credenti”. Dei non-credenti d’autorità riconosciuta sono stati chiamati a dare un insegnamento alla Diocesi, nella convinzione che un ascolto reciproco tra credenti e non è utile a entrambe, affinando l’ascolto di ciascuno alla fede e all’incredulità che abitano lo spirito umano. Infine Martini è stato riconosciuto come una delle più importanti personalità pubbliche nella vita della città, avendo giocato un ruolo di mediazione nelle diverse tensioni che hanno attraversato la società civile, durante i 23 anni del suo episcopato.
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1927
Card. Carlo Maria Martini SJ
Il Cardinal Carlo Maria Martini (Torino 1927 – Gallarate 2012) può essere considerato come uno dei più grandi interpreti della fede nella post-modernità. E’ stato un uomo di preghiera e di servizio fedele alla Chiesa, ma anche di ascolto della pluralità di voci della nostra società globalizzata.
Fin da ragazzo nutre una vera passione per le Sacre Scritture, che si svilupperà poi con i successivi studi biblici. Questa passione lo porta del resto a diventare uno dei pochi esperti cattolici di critica testuale, capace di collaborare nei comitati scientifici internazionali. Il lavoro di biblista è interrotto dalla sua elezione a Arcivescovo di Milano, nel 1979. Sembra che Giovanni Paolo II fosse rimasto colpito dalla sua capacità di rendere vivo il testo biblico. Forse per questo lo vuole in una delle città più secolarizzate d’Italia. E in effetti la prima preoccupazione del vescovo Martini è di accompagnare la diocesi ambrosiana, naturalmente portata all’azione, a riscoprire “La dimensione contemplativa vita” (titolo della sua prima lettera pastorale). Martini inventa poi “La scuola della Parola”, cioè una serie di incontri proposti ai giovani per imparare a pregare a partire dal testo biblico, ispirandosi all’antico metodo monastico della Lectio Divina. Altra iniziativa caratterizzante il suo episcopato è la “La cattedra dei non credenti”. Dei non-credenti d’autorità riconosciuta sono stati chiamati a dare un insegnamento alla Diocesi, nella convinzione che un ascolto reciproco tra credenti e non è utile a entrambe, affinando l’ascolto di ciascuno alla fede e all’incredulità che abitano lo spirito umano. Infine Martini è stato riconosciuto come una delle più importanti personalità pubbliche nella vita della città, avendo giocato un ruolo di mediazione nelle diverse tensioni che hanno attraversato la società civile, durante i 23 anni del suo episcopato.
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