B. Rupert Mayer SJ
16 July 2012
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TAGGesuita sensibile alle ingiustizie e dallo spirito ardito, P. Rupert Mayer (Stuttgart, 1883 – Monaco 1945) nominato cappellano militare, già negli anni Venti si accorge della pericolosità del movimento nazista e predica l’inconciliabilità tra nazionalsocialismo e cristianesimo. Sfida il divieto nazista di raccogliere denaro per la Caritas, mettendosi a fare questua davanti alla chiesa di San Michele, a Monaco. A causa delle sue prediche antifasciste la Gestapo lo arresta. Rilasciato, gli viene intimato di non predicare più, ma lui continua in modo ancor più ardito, animato dalle parole di S. Paolo:”guai a me se non annunciassi il vangelo” (1cor 9,16). Il 5 gennaio 1938 viene nuovamente arrestato e internato nel campo di concentramento di Landsberg.
Rilasciato il 3 maggio 1938, Rupert Mayer smette di predicare, ma si rifiuta categoricamente di svelare il segreto confessionale. Il 3 novembre viene nuovamente arrestato e portato nel campo di concentramento di Sachsenhausen, vicino a Berlino e lontano dalle comunità cattoliche tedesche. Visto che il suo stato di salute va deteriorandosi, i nazisti, per non far di lui un martire, lo fanno internare nel monastero di Ettal vicino ad Oberammergau lo stesso che ospita il pastore evangelico Dietrich Bonhoeffer, anch’esso antifascista. A guerra finita Rupert Mayer rientra a Monaco, ma muore nello stesso anno (novembre 1945) mentre sta predicando dal pulpito della chiesa di Michaelskirche. È sepolto nella cripta della chiesa della congregazione mariana a Monaco, la Bürgersaalkirche. Nel 1978 viene beatificato da papa Giovanni Paolo II.
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1886
B. Rupert Mayer SJ
Gesuita sensibile alle ingiustizie e dallo spirito ardito, P. Rupert Mayer (Stuttgart, 1883 – Monaco 1945) nominato cappellano militare, già negli anni Venti si accorge della pericolosità del movimento nazista e predica l’inconciliabilità tra nazionalsocialismo e cristianesimo. Sfida il divieto nazista di raccogliere denaro per la Caritas, mettendosi a fare questua davanti alla chiesa di San Michele, a Monaco. A causa delle sue prediche antifasciste la Gestapo lo arresta. Rilasciato, gli viene intimato di non predicare più, ma lui continua in modo ancor più ardito, animato dalle parole di S. Paolo:”guai a me se non annunciassi il vangelo” (1cor 9,16). Il 5 gennaio 1938 viene nuovamente arrestato e internato nel campo di concentramento di Landsberg.
Rilasciato il 3 maggio 1938, Rupert Mayer smette di predicare, ma si rifiuta categoricamente di svelare il segreto confessionale. Il 3 novembre viene nuovamente arrestato e portato nel campo di concentramento di Sachsenhausen, vicino a Berlino e lontano dalle comunità cattoliche tedesche. Visto che il suo stato di salute va deteriorandosi, i nazisti, per non far di lui un martire, lo fanno internare nel monastero di Ettal vicino ad Oberammergau lo stesso che ospita il pastore evangelico Dietrich Bonhoeffer, anch’esso antifascista. A guerra finita Rupert Mayer rientra a Monaco, ma muore nello stesso anno (novembre 1945) mentre sta predicando dal pulpito della chiesa di Michaelskirche. È sepolto nella cripta della chiesa della congregazione mariana a Monaco, la Bürgersaalkirche. Nel 1978 viene beatificato da papa Giovanni Paolo II.
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