I gesuiti al Concilio di Trento: pacati nel parlare, tranquilli nell’ascolto
16 July 2012
CATEGORIEStories
TAGFin dal suo inizio sono due i compiti del Concilio di Trento: affermare la dottrina contro le nuove eresie luterane e riformare la morale contro gli abusi disciplinari. Al loro assolvimento parteciparono anche due gesuiti, Laìnez e Salmeron, incaricati come teologi e designati da Ignazi su richieste di papa Paolo III. Si unì anche padre Jay, intervenuto come procuratore del vescovo di Augusta.
Ignazio si rese presente con una lettera, che conteneva delle istruzioni su come i gesuiti a Trento si dovessero comportare, desiderando dai vescovi conciliari benevolenza per la nascente Compagnia e immaginando i suoi confratelli più come mediatori che come protagonisti dell’evento.
Le indicazioni di Ignazio avvertono di essere pacati nel parlare e di ascoltare tranquillamente, in modo da capire e valutare le opinioni altrui, in modo da poter rispondere oppure tacere. Ignazio ci tiene che i padri diano edificazione, continuando a dedicarsi, nel tempo possibile, ai consueti ministeri della predicazione, dell’ascolto delle confessioni, tenendo conferenze e insegnando ai fanciulli, visitando i poveri negli ospedali ed esortando i vicini per muoverli alla devozione e alla preghiera. Infine, Ignazio li esorta a uno stile di vita che includa un incontro tra loro ogni sera per discutere le esperienze del giorno, stabilire l’agenda dell’indomani e prendere misura correttive di qualsiasi cosa potesse risultare sbagliata nella loro condotta.
Può stupire che Ignazio si sia dedicato solo così al Concilio di Trento. Dopo di lui, anche gli altri gesuiti, salvi quelli direttamente coinvolti, dedicarono poca attenzione. Essi sapevano comunque che il Concilio si rivolgeva prevalentemente ai protestanti e, certamente desiderosi di predicare e insegnare in conformità ai decreti dottrinali, non li vedevano tuttavia diretti alla Compagnia.
Share
1551
I gesuiti al Concilio di Trento: pacati nel parlare, tranquilli nell’ascolto
Fin dal suo inizio sono due i compiti del Concilio di Trento: affermare la dottrina contro le nuove eresie luterane e riformare la morale contro gli abusi disciplinari. Al loro assolvimento parteciparono anche due gesuiti, Laìnez e Salmeron, incaricati come teologi e designati da Ignazi su richieste di papa Paolo III. Si unì anche padre Jay, intervenuto come procuratore del vescovo di Augusta.
Ignazio si rese presente con una lettera, che conteneva delle istruzioni su come i gesuiti a Trento si dovessero comportare, desiderando dai vescovi conciliari benevolenza per la nascente Compagnia e immaginando i suoi confratelli più come mediatori che come protagonisti dell’evento.
Le indicazioni di Ignazio avvertono di essere pacati nel parlare e di ascoltare tranquillamente, in modo da capire e valutare le opinioni altrui, in modo da poter rispondere oppure tacere. Ignazio ci tiene che i padri diano edificazione, continuando a dedicarsi, nel tempo possibile, ai consueti ministeri della predicazione, dell’ascolto delle confessioni, tenendo conferenze e insegnando ai fanciulli, visitando i poveri negli ospedali ed esortando i vicini per muoverli alla devozione e alla preghiera. Infine, Ignazio li esorta a uno stile di vita che includa un incontro tra loro ogni sera per discutere le esperienze del giorno, stabilire l’agenda dell’indomani e prendere misura correttive di qualsiasi cosa potesse risultare sbagliata nella loro condotta.
Può stupire che Ignazio si sia dedicato solo così al Concilio di Trento. Dopo di lui, anche gli altri gesuiti, salvi quelli direttamente coinvolti, dedicarono poca attenzione. Essi sapevano comunque che il Concilio si rivolgeva prevalentemente ai protestanti e, certamente desiderosi di predicare e insegnare in conformità ai decreti dottrinali, non li vedevano tuttavia diretti alla Compagnia.
Storia della Compagnia
- All
- Curiosities
- Events
- People
- Stories